lunedì 23 novembre 2009
SEMPRE PIU' SU LE EMISSIONI DI CO2
Dal 2000 al 2008 le emissioni di CO2 da combustibili fossili sono ancora aumentate, e non di poco: del 29 per cento. E anche nel 2008, nonostante la crisi economica, l'incremento è stato del 2 per cento, contro una media del periodo del 3,4 per cento. Negli anni novanta la media dell'aumento si aggirava invece intorno all'uno per cento.
Le proiezioni basate sull'andamento del prodotto nazionale lordo globale indicano che nel 2009 le emissioni dovrebbero assestarsi sui livelli del 2007, per poi tornare ad aumentare nel 2010.
Come fonte, il carbone ha ormai superato il petrolio e le emissioni dei paesi in via di sviluppo ora eccedono quelle dei paesi sviluppati. Le emissioni legate allo sfruttamento del territorio sono invece rimaste pressoché costanti dal 2000 a oggi, passando a contribuire sul totale delle emissioni antropogeniche per il 12 per cento contro il 20 del 2000.
Lo ha stabilito uno studio internazionale condotto nel quadro del Global Carbon Project pubblicato su "Nature Geoscience".
Complessivamente, negli ultimi 50 anni la frazione delle emissioni di CO2 che non è stata assorbita dai "pozzi" naturali del carbonio - principalmente foreste e oceani - ed è rimasta in atmosfera è del 43 per cento, passando però da un 40 per cento iniziale al 45 per cento della fine del periodo considerato, un dato che indica una perdita di efficienza dei pozzi naturali.
"L'unico modo per controllare il cambiamento climatico è attraverso una drastica riduzione delle emissioni globali di CO2. I pozzi del carbonio del pianeta sono complessi e ci sono delle lacune nelle nostre conoscenze in merito, e in particolare nella nostra capacità di legare le emissioni antropogeniche di CO2 alle sue concentrazioni atmosferiche su base annua. Se potessimo ridurre l'incertezza sui pozzi del carbonio, i nostri dati potrebbero essere utilizzati per verificare l'efficacia delle politiche di mitigazione degli effetti sul clima"; ha osservato Corinne Le Quéré dell'Università della East Anglia e del British Antarctic Survey, prima firmataria dell'articolo su "Nature Geoscience".
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