domenica 8 novembre 2009

UN PIANETA DOVE PIOVONO SASSI


Da un po' di tempo la scoperta di nuovi esopianeti non fa più notizia. Ormai il conteggio ha quasi raggiunto quota 400 e le nuove scoperte si susseguono con una discreta regolarità. Da quando, però, è entrato in servizio l'osservatorio spaziale COROT, la ricerca è diventata ancora più raffinata e gli astronomi ormai non si accontentano più degli "Hot Jupiters", ma aspirano ai pianeti di taglia terrestre.

Lo scorso febbraio COROT ha scoperto nella costellazione dell'Unicorno un pianeta grande meno del doppio della Terra, la cui massa è stata valutata circa cinque volte quella del nostro pianeta. COROT-7b, questo il nome del pianeta, orbita incredibilmente vicino alla sua stella (23 volte più vicino di quanto Mercurio non lo sia al Sole) e questo lo rende un autentico altoforno. Un gioco di risonanze orbitali, poi, blocca rotazione e rivoluzione del pianeta, costretto a rivolgere verso il suo sole sempre lo stesso emisfero. Con il risultato che, mentre la temperatura dell'emisfero costantemente in ombra è di soli 50 K, quella dell'altro emisfero raggiunge valori di circa 2600 K, più che sufficienti a vaporizzare anche le rocce.

Questa situazione così estrema ha incuriosito Laura Schaefer e Bruce Fegley Jr. (Washington University di St. Louis), che hanno provato a simulare quale tipo di atmosfera potesse avere COROT-7b e hanno pubblicato i risultati del lavoro a inizio ottobre su The Astrophysical Journal. Utilizzando e adattando il programma MAGMA - preparato nel 2004 per studiare il vulcanesimo di Io, il satellite galileiano più vicino a Giove - i due ricercatori hanno simulato le caratteristiche dell'atmosfera del pianeta partendo da quattro differenti composizioni. "Sostanzialmente abbiamo ottenuto sempre il medesimo risultato - spiega Fegley. Gran parte dell'atmosfera è composta da sodio, potassio, ossigeno e monossido di silicio. Quello che rende l'atmosfera davvero particolare, però, sono i fenomeni climatici che potrebbero caratterizzarla."

Man mano che si sale in quota, infatti, la temperatura scende e i vapori rocciosi che saturano l'atmosfera possono condensare. Un fenomeno che si verifica regolarmente qui sulla Terra, dove si formano nubi di vapore d'acqua e si originano le precipitazioni che ben conosciamo. Secondo le simulazioni, però, su COROT-7b le nubi sarebbero sostanzialmente di tipo "roccioso" e le conseguenti precipitazioni avverrebbero sotto forma di piccoli ciotoli di differenti tipologie di rocce. Inoltre, alcuni elementi caratterizzati da un basso punto di vaporizzazione, quali il sodio e il potassio, resterebbero costantemente dispersi in atmosfera e, soffiati nello spazio dal vento stellare, potrebbero essere individuati grazie a mirate osservazioni astronomiche. Eventualità tutt'altro che remota, dato che nelle atmosfere di un paio di esopianeti è stata recentemente individuata proprio la presenza di sodio.

Per farla breve, l'atmosfera irrespirabile di COROT-7b non sarà certo un modello di ospitalità, ma è innegabile che i fenomeni che la caratterizzano la rendano molto molto affascinante.

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