mercoledì 16 settembre 2009

GLI EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLA DIOSSINA


L’incidente avvenne nel 1976, ma i suoi effetti si sono fatti sentire ancora per lunghi anni: un nuovo studio pubblicato sulla rivista ad accesso libero “Environmental Health” stima ora l’aumento di tumori del seno e di neoplasie del sistema linfatico e del tessuto emopoietico negli abitanti della zona di Seveso, che com’è noto fu esposta a notevoli livelli di diossina.
Sebbene la sostanza sia classificata come cancerogena sia dall’International Agency for Research on Cancer sia dall'Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, esiste tutt’ora un dibattito sul reale rischio che essa pone alla salute della popolazione generale.
Per rispondere almeno in parte alla questione, Angela Pesatori e colleghi della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico e dell’Università degli studi di Milano hanno rilevato i dati epidemiologici dell’area riguardanti il periodo 1977-96 considerando i dati sanitari di tutti i soggetti che vivevano nella zona alla data dell’incidente – 10 luglio 1976 – e di coloro che vi si stabilirono o vi nacquero nei seguenti 10 anni.
“In effetti abbiamo trovato che essa rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza del cancro, sebbene inferiore a quello stimato sulla base degli studi sugli animali", ha spiegato la Pesatori.
Su più di 36.000 casi, vi sono stati 2122 casi di tumore, 660 dei quali con esordio successivo al 1991. Uno specifico quanto significativo incremento del rischio, in confronto con la popolazione generale, è stato riscontrato per il tumore del seno e per i tumori linfatici o del midollo osseo, sebbene sia stato calcolato sulla base di un limitato numero di casi.
"Questi incrementi erano attesi, sulla base dei precedenti studi: le stime di mortalità, che coprono un più lungo periodo di follow-up, hanno confermato l’eccesso del rischio linfatico ed emopoietico. Non si è invece riscontrato un aumento del rischio cancerogeno complessivo, come si è osservato in coorti occupazionali, in cui l’esposizione era simile, e in alcuni casi più alta e più complessa”, ha concluso la Pesatori.

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