mercoledì 16 settembre 2009

CINA: TUTTO EOLICO ENTRO IL 2030?


Entro il 2030 la Cina potrebbe soddisfare il suo fabbisogno di elettricità sfruttando unicamente energia eolica. Lo ha stabilito una ricerca pubblicata sull'ultimo numero di "Science" condotta da ricercatori della Harvard University e della Tsinghua University.
Con 792,5 gigawatt e una crescita annua del 10 per cento, la Cina ha una capacità di generazione di potenza elettrica inferiore solamente agli Stati Uniti, ma è già il più grande emettitore di CO2 al mondo. Attualmente l'energia eolica fornisce solo lo 0,4 per cento del fabbisogno cinese di elettricità, anche se solamente USA, Germania e Spagna ne producono di più. La velocità di crescita del paese in questo settore energetico è peraltro tale da candidarlo a diventare in tempi molto brevi il più grande mercato dell'eolico.
Per condurre il loro studio i ricercatori hanno usato i dati meteorologici del Goddard Earth Observing Data Assimilation System (GEOS) della NASA e ipotizzato l'installazione di turbine eoliche solo in aree rurali non forestate, prive di ghiacci e con una pendenza del terreno non superiore al 20 per cento. "Applicando le capacità delle scienze dell'atmosfera allo studio dell'energia siamo stati in grado di mappare le risorse eolice in un quadro complessivo"; ha detto Chris P. Nielsen, che ha coordinato la parte americana della ricerca.
L'analisi ha indicato che una rete di turbine eoliche che operasse almeno al 20 per cento delle sue capacità potrebbe fornire 27,4 petawatt-ora di elettricità all'anno, ossia sette volte gli attuali consumi del paese. I ricercatori hanno così stabilito che la sola energia eolica potrebbe soddisfare l'intero fabbisogno elettrico previsto per il 2030 a un costo di 7,6 centesimi di dollaro al kWh.
"Le centrali eoliche richiederebbero una superficie di soli 0,5 milioni di chilometri quadrati, le dimensioni di tre quarti del Texas. L'impatto fisico delle turbine potrebbe essere ridotto lasciando le aree a coltura agricola" ha aggiunto Xi Lu, uno degli autori dello studio.
Per contro, per soddisfare la crescente domanda energetica con combustibili fossili dei prossimi 20 anni, la Cina dovrebbe costruire impianti termoelettrici a carbone per 800 gigawatt, con un prevedibile aumento di 3,5 gigatonnellate di emissioni di CO2 all'anno.
Gli investimenti necessari per questa transizione ammonterebbero a 900 miliardi di dollari (a valore corrente) nell'arco di vent'anni, un costo reputato dai ricercatori certo ingente ma non irragionevole considerate le dimensioni dell'economia cinese.
"L'attuale domanda di nuova elettricità in Cina è di circa un gigawatt a settimana, ossia un enorme 50 gigawatt all'anno", osserva McElroy. "E la Cina intraprende la costruzione di diversi impianti termoelettrici a carbone alla settimana. Pubblicizzando l'opportunità di una via differente speriamo di esercitare un influenza positiva."

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