giovedì 20 agosto 2009
SIAMO "POLVERE DI STELLE"
Siamo «polvere di stelle», composti da sostanze sbarcate sulla Terra milioni di anni fa tramite mezzi di trasporto d’eccezione: le comete. Solo un’ipotesi, fino a ieri, ma da oggi la suggestiva spiegazione dell’origine della vita sul nostro pianeta trova conferma: la Nasa ha infatti scoperto un amminoacido, considerato un vero e proprio «mattone della vita», su una cometa.
L’analisi dei campioni della missione Stardust, riporta la rivista New Scientists, non lascia dubbi: alcuni degli elementi costitutivi della vita sono stati «consegnati» alla Terra dallo spazio. Gli aminoacidi sono essenziali per la vita, perchè costituiscono la base delle proteine, le molecole che fanno funzionanare le cellule. Nascono quando composti organici contenenti carbonio e l’acqua vengono compressi tramite una fonte di energia, come i fotoni: un processo che può avvenire sulla Terra ma anche nello spazio. In passato altri aminoacidi erano stati trovati sulla superficie di alcuni meteoriti, ma si trattava di rocce cadute già milioni di anni fa sulla terra, e rimaneva il dubbio che le sostanze trovate si fossero formate non nello spazio, ma durante la lunga permanenza sulla superficie terrestre.
Oggi la Nasa annuncia invece di aver scoperto un aminoacido, chiamato glicina, in una cometa in piena attività, gelida e a tutta velocità, «marcata stretta» dalla nave Stardust direttamente nello spazio nel 2004. «È stato molto importante trovare questo aminoacido - spiega Jamie Elsila del Goddard Space Flight Center della Nasa - perchè non era mai stato osservato prima direttamente su una cometa. Siamo interessati a capire quello cosa c’era sulla Terra all’inizio, quando ha cominciato la vita». Se la vita sulla Terra è stato un processo lungo, complicatissimo e (almeno a quanto è dato sapere finora) unico, le materie prime sono state dunque in parte «importate» direttamente dal cosmo.
L’aminoacido è stato trovato in alcuni campioni portati sulla Terra dalla missione Stardust, che ha volato vicino la cometa Wild 2 (5 chilometri di diametro) nel 2004 per catturarne il materiale perso nella sua corsa. I campioni sono stati estratti da quattro fogli di alluminio, ciascuno largo un centimetro, che grazie alla consistenza simile a una spugna sono riusciti a catturare la «polvere di stelle» rilasciata dalla cometa. Con solo circa 100 miliardesimi di grammi di glicina da studiare, i ricercatori sono stati in grado di misurare la relativa abbondanza dei suoi isotopi di carbonio. L’aminoacido trovato sulla cometa conteneva più carbonio-13 rispetto a quello trovato nella glicina che si forma sulla Terra, dimostrando definitivamente che il «mattone della vita» trovato non derivava da una contaminazione terrestre, ma era una polvere spaziale «Doc».
Ora l’obiettivo è quello di scoprire i segreti del nucleo delle comete, dove potrebbero trovarsi aminoacidi più complessi e in quantità superiori. Per questo gli scienziati fanno affidamento sulla missione europea Rosetta, la prima astronave che atterrerà su una cometa per studiarne il nucleo. Appuntamento nel 2014, quando la nave raggiungerà finalmente dopo 10 anni di viaggio la cometa.
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