sabato 2 gennaio 2010

L'ALBERO PIU' VECCHIO DEL MONDO


E’ una Jurupa, vetusta quercia trovata su una collina della California, la pianta più antica del mondo sopravvissuta per 13 mila anni dall’ultima era glaciale ad una serie di eventi climatici devastanti: è Jurupa, una vetusta quercia. Scoperta da ricercatori dell’università di Davis, in California, la lunga storia di questa quercia è raccontata sull’Indipendent.

Della specie Quercus palmeri, questa quercia millenaria è stata soprannominata Jurupa dal nome del luogo in cui vive in California, sulle montagne omonime della contea di Riverside.

Finora si riteneva che gli alberi matusalemme della terra fossero degli abeti rossi di 8 mila anni di età abitanti nella parte occidentale della Svezia e scoperti da Leif Kullman della università di Umea. Ma sempre per restare in tema di “vetusta”, non meno stupefacente è l’arbusto di 43 mila anni fa clonato in Australia dalla botanica Natalie Tapson dei giardini botanici di stato, della specie Lomatia Tasmanica.

In Italia l’albero più antico è l’oleastro di San Baltolu di Luras, in provincia di Sassari, un olivo selvatico alto 15 metri e vecchio 3000 anni. Ma nell’invidiabile graduatoria nazionale si può anche annoverare il Castagno dei cento cavalli, del Parco dell’Etna, nel comune di Sant’Elfio, che avrebbe un’età compresa tra i 2 e i 3000 anni. Invece sempre in California c’è un albero che dalla sua età ha preso il nome, Matusalemme appunto, un pino che potrebbe avere qualcosa come 5000 anni e che vive a 4000 metri d’altezza presso Las Vegas.

Jurupa è unica nel suo genere: a insospettire i ricercatori sul conto di questo albero, sospetti che li hanno indotti poi a studiarlo, alcune stranezze sia della sua foggia sia del luogo in cui si trova. Infatti di solito le querce di questa specie si trovano in luoghi più freddi e ad altitudini maggiori, invece questo strambo albero a cespuglio, che copre una larghezza di circa 25 metri, si trova in una zona inospitale, la macchia tipica dei deserti nordamericani, incuneato tra massi di granito e spazzato dal vento.

Inoltre anche la sua foggia è strana perché è fatto di tantissimi cespugli che sono cloni l’uno dell’altro e che producono ghiande sterili. Questo suggerisce che la quercia è come un gruppo di cloni tutti originati da un unico individuo, come confermato dai test del Dna, ha spiegato Michael May, uno degli autori del lavoro. Solo questo suo modo di crescere, ha aggiunto i ricercatori sulla rivista Plos One, le ha permesso di sopravvivere a innumerevoli incendi, periodi di siccità, al freddo estremo, a tempeste e fortissime raffiche di vento.

Attraverso lo studio degli anelli di crescita di Jurupa, ha spiegato il coordinatore del lavoro Jeffrey Ross-lbarra, si stima che l’albero cresca lentissimo circa 1,2 millimetri l’anno e che sia lì da 13 mila anni. Jurupa «sembra davvero essere l’ultimo superstite rimasto di una vegetazione boscosa che occupava le vallate di queste zone durante lultima era glaciale», ha concluso Andrew Saunders, altro autore del lavoro.

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